Con una professione creata ad hoc, l’Innovation Manager può essere definito come un “architetto dell’innovazione”; è suo infatti il compito di curare il processo di innovazione all’interno dell’azienda. Questo include compiti come lo sviluppo di strategie di innovazione, la raccolta e la valutazione di idee, l’introduzione e gestione di nuovi processi produttivi. In poche parole, ha il controllo dell’innovazione.
Per definizione, un ruolo di innovazione copre diverse aree di competenza. Per questo motivo l’Innovation Manager può provenire da settori differenti. Una profonda conoscenza del settore ICT rappresenta un vantaggio che permette di ricercare con più facilità soluzioni innovative ed ottimali. Tuttavia, il manager dell’innovazione può giungere da settori come Ricerca e Sviluppo (R&S), marketing o comunicazione. Questo rende l’Innovation Manager una figura multidisciplinare, un vero e proprio guru del cambiamento.
Ma il solo bagaglio culturale non è sufficiente. Un buon innovatore è innanzitutto un esploratore, un cacciatore di opportunità capace di conoscere il mercato in cui si trova a operare, i trend di settore, così da sfruttare al meglio le corrette tecnologie. Possiede ottime capacità di leadership, ispirando il team ad affrontare nuove sfide, ma al tempo stesso è capace di gestire errori ed eccezioni, perché l’innovazione è un territorio nuovo, dove i problemi sono sempre dietro l’angolo.
Al fine di facilitare la trasformazione digitale delle PMI, il MISE ha realizzato un apposito elenco in cui sono presenti tutti i professionisti abilitati ed autorizzati a svolgere il ruolo di Innovation Manager. Il tutto rientra nel decreto attuativo del 7 maggio 2019, il quale prevede un voucher per l’assunzione appunto di manager dell’innovazione per tutte le aziende che ne faranno richiesta. Il decreto destina 75 milioni di euro per gli anni 2019, 2020 e 2021 con i fondi diversificati in base alla tipologia di impresa: il contributo sarà per le micro e piccole imprese pari al 50% dei costi sostenuti entro il limite massimo di 40mila euro, per le medie imprese del 30% entro il limite di 25mila euro, per le reti di impresa del 50% entro 80mila euro.
Il contribuito è a tutti gli effetti focalizzato sull’innovazione tecnologica con progetti identificati dal MISE che vanno, ad esempio, dal big data, analytics, cloud, fino alla prototipazione rapida, realtà virtuale (VR) e realtà aumentata (AR), robotica avanzata, Internet delle cose (IoT) e delle macchine, programmi di digital marketing e di open innovation.
In ambito finanziario, l’Innovation Manager potrà invece definire l’applicazione di nuovi metodi organizzativi nelle pratiche commerciali, nelle strategie di gestione aziendale, nell’organizzazione del luogo di lavoro oltre all’avvio di percorsi finalizzati alla quotazione su mercati regolamentati o non regolamentati.
Purtroppo, però l’emergenza Coronavirus ha cambiato le carte in tavola. Perché molte aziende in questo momento non hanno risorse da destinare all’innovazione, sia per la forte incertezza economica sia perché sono concentrate su altre attività per riuscire a sopravvivere durante questa fase di emergenza. È quindi evidente che le scadenze dei progetti presentati al MISE, non potranno essere rispettate.
Invece è proprio questo il momento per le aziende di rafforzare il proprio know-how digitale. Perché le tecnologie digitali saranno sempre più di primaria importanza nella fase post-emergenza Coronavirus.
Per questo oggi ancor di più Dieffetech può essere un valido alleato per la tua attività. Insieme potremo sviluppare e realizzare la giusta soluzione per ottimizzare ed automatizzare il tuo processo produttivo, con la realizzazione di soluzioni web e mobile personalizzate. In più grazie alla nuova piattaforma per la formazione aziendale Eùlas potremo fornire ai tuoi collaboratori la giusta strada per affrontare le nuove sfide tecnologiche.
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